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Il romanticismo nascosto dei verbi

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Si srotolava sotto ai miei occhi, sotto mentite spoglie, una storia d’amore. Nei baci Perugina, direte voi. Nel volumetto rilegato dei sonetti di Shakespeare? Nell’integrale delle poesie di Neruda? Nelle immortali pagine di L’amore ai tempi del colera?, chiederete col fiato corto per l’impazienza. No, risponderò io allora, nella Grammatica della Lingua Italiana.

Stavo studiandomi la lezione sui verbi riflessivi, da spiegare all’allieva la settimana prossima, lavarsi (lavare sé stessi), pettinarsi (pettinare sé stessi), quando ho raggiunto la categoria grammaticale dei Verbi Reciproci. I verbi reciproci sono (e cito) una sottoclasse di verbi riflessivi che esprime un’azione scambievole o reciproca fra almeno due persone, A e B. E in quel momento ho capito:

Te puoi pure lavà da solo, ma per abbracciarsi occorre essere in due.

(Sennò fai quella cosa allucinante che te metti in un angolo guardando il muro, incroci le braccia, te metti le mani sulla schiena e fai la pomiciata finta che è uno dei retaggi degli anni novanta che spero la psicoanalisi mi aiuti un giorno a dimenticare).

Dopo la definizione c’era un lunga lista che vi riporto integralmente qui sotto. C’è dentro una vita intera, piena di alti e bassi, gioie e dolori, e tanta tanta tanta verità. I Verbi Reciproci raccontano una spietata storia d’amore. (Cioè, Shakespeare alla Grammatica Italiana je fa un baffo)

LA POESIA DEI VERBI RECIPROCI:

Incontrarsi
Conoscersi
Salutarsi
Parlarsi
Raccontarsi
Scriversi
Telefonarsi
Vedersi
Amarsi
Aiutarsi
Sostenersi
Sposarsi
Abbracciarsi
Baciarsi
Coccolarsi
Odiarsi
Lasciarsi
Separarsi

Perdonarsi?

FINE