La formazione dell’individuo e il meteo gallese.

photo-1429620112901-fe7288646cd3

Se c’è una cosa che il Galles mi ha insegnato, è che non ci si può fidare delle proprie aspettative. Ti svegli col sole e ti aspetti che duri tutto il giorno, invece no: piove. Ti svegli col temporale e sbuffi “oh, che strapalle, anche oggi la grandine, sarà così tutta la giornata!”, invece no: torna il sole e poi, inevitabilmente, piove.

Impari ad essere cauto con le tue previsioni, impari che tutto può cambiare in fretta, che le ruote girano, che le cose possono essere o non essere come le avevi previste, predette e pianificate. Impari anche che non tutti i tuoi desideri sono giusti o belli, che bisogna stare attenti a ciò che desideri (tipo quando vai in Cornovaglia, il primo giorno c’è il sole, tu ti scotti come se fossi sotto al solleone di Catania e pensi “ah, se domani fosse un po’ coperto, che manna sarebbe!”. Il giorno dopo cala una nebbia che non vedi manco dove finisce il sentiero, il quale in Cornovaglia, sia chiaro, è sui faraglioni a bordo oceano…).

E’ col meteo che il Galles ci educa.

Non alla prudenza, ché tanto pure se sei prudente viene a piovere uguale, bensì al rischio. Tanto vale che ci provi, non puoi mai sapere come andrà a finire. Perché anche quando sei convinto che pioverà e che sarà buio e grigio fino alla fine dei tuoi giorni, in realtà si fa estate e il sole c’è dalle cinque di mattina alle dieci di sera (non sto scherzando: ieri dopo le prove di teatro c’era ancora luce).

Cenare col sole ancora alto è strano, sembra di fare merenda. Si ha meno sonno, si ha voglia di fare un sacco di cose e le giornate sono lunghe, lunghe, lunghissime. L’estate in Galles, anche se ogni tanto piove, è stracolma di sole!

Lascia un commento